Sicurezza ed Ergonomia

Sicurezza ed Ergonomia

Premessa

I contenuti che sono qui riportati sono quelli di fornire le principali nozioni in relazione alle problematiche della sicurezza e dell’ergonomia. Poi passeremo ai fattori ambientali primo fra tutti quello relativo all’ambiente luminoso. Questo perché la maggior parte della informazioni sul posto di lavoro e non, ormai arrivano soltanto attraverso il sistema visivo.

Quindi, cosa meglio dell’illuminazione per garantire una buona percezione delle informazioni.

Passeremo successivamente ad analizzare l’ambiente acustico e quindi alle problematiche riguardanti la rumorosità degli ambienti di lavoro.

Ancora parleremo delle vibrazioni, elemento ben noto in quanto conosciuto anche per quanto riguarda la vita di tutti i giorni.

Altri punti fondamentali trattati saranno: quello dell’ambiente termico e delle condizioni di benessere termico; l’inquinamento chimico dell’aria e della qualità dell’aria quando ci riferiamo, per es. agli ambienti del terziario; i campi elettromagnetici intensi; l’ergonomia del posto di lavoro e delle interfacce uomo – mezzi di lavoro; l’affidabilità dell’operatore umano e degli impianti industriali; il rischio meccanico; il rischio elettrico.

Infortuni sul lavoro nel settore industriale

Iniziare con la sicurezza non può non farci parlare di una situazione molto grave quella che fa riferimento per es. agli infortuni sul lavoro nel settore industriale.

Gli ultimi dati INAIL che sono riferiti al 1996 e che sono stati recentemente ripresi dal Rapporto della Camera dei Deputati sul medesimo tema, fanno riferimento ad un totale di circa 864.041 infortuni occorsi di cui quasi 1.287 mortali.

A titolo indicativo possiamo dire che per quanto riguarda il settore metallurgico questo incide con una percentuale del 23.4 % degli infortuni e il settore delle costruzioni invece incede solamente come 20 % degli infortuni.

Certo è che per capire meglio il fenomeno dovrebbe esserci qualche ulteriore indicazione per dire quante sono le persone che operano nel settore metallurgico e quante quelle che operano nel settore delle costruzioni ma questo lo vedremmo semmai successivamente.

Qual è la situazione più frequente? è quella che vede, nell’ambito degli infortuni sul lavoro, più a rischio le persone di età compresa tra i 26 e i 30 anni. Gli infortuni sul lavoro riguardano in egual misura si uomini che donne indistintamente ed in misura eguale. Un’altro dato interessante è che gli infortuni sul lavoro capitano proprio il lunedì, cioè il primo giorno della settimana lavorativa nelle prime tre ore.

Qualcuno ha voluto anche stimare il costo di questa grave situazione anche se molto difficile da quantificare perché c’è un costo diretto, che in qualche modo fa riferimento per es. ai premi pagati all’istituto di assicurazione che è per l’appunto l’INAIL, e poi però ci sono dei costi indiretti (la mancanza di produttività, le fermate, tutto quello che comporta un evento drammatico e luttuoso come quello di un infortunio).

Questo costo è stato stimato in circa 55.000 miliardi all’anno e che è pari circa al 3 % del PIL.

L’ultima osservazione da fare è che il numero degli infortuni (inclusi quelli mortali) e il costo derivante, ci dicono che questa situazione non può essere lasciata o portata avanti così, invariata, ma bisogna fare di tutto perché questi vengano ridotti in maniera consistente.

Ordinamento giuridico italiano in materia di sicurezza e salute sul lavoro

L’Italia è stata tra i primi paesi in Europa e quindi anche nel Mondo ad occuparsi sul piano normativo di questo problema. Le prime normative giuridiche italiane in questo ambito sono datate 1930.

Però prima di proseguire vorrei fare una domanda: ma quale stata l’evoluzione, almeno nell’ultimo decennio, della normativa italiana in materia di sicurezza sul lavoro?

Quella più significativa è quella relativa al fatto che ormai è obbligatorio recepire nel nostro ordinamento tutte le norme che ci derivano dalla comunità europea.

Ma queste norme della comunità europea a che cosa sono ispirate? Fondamentalmente possiamo individuare tre linee fondamentali:

  1. la sicurezza è vista come una visione integrata di tutte le problematiche attenenti la gestione degli impianti industriali (produttive, organizzative, tecniche ed economiche);
  2. la sicurezza viene vista come un processo partecipato che vede quindi la compartecipazione di tutti i protagonisti della vita aziendale dal datore di lavoro ai dirigenti ai lavoratori che sono non solo titolari del diritto alla sicurezza ma ne sono compartecipi;
  3. l’approccio ergonomico alla sicurezza sul lavoro ovvero la necessità di procedere all’adeguamento del lavoro all’uomo.

Se poi invece vogliamo andare ad esaminare nello specifico nella normativa italiana come derivano gli obblighi della tutela della sicurezza negli ambienti di lavoro dobbiamo sicuramente fare riferimento in primo luogo alla Costituzione.

Obbligo generale di sicurezza

Costituzione

Art. 32 – “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività …”

Art. 35 – “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.”

La stessa vicinanza numerica dei due articoli dalla Costituzione fa si che questi due concetti si possano sposare in ordine alla tutela della sicurezza e della salute sul lavoro quanto la Repubblica tutela la saluta così come tutela il lavoro.

Poi il codice civile all’art. 2087 dice: “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie ad tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.

Va posta particolare attenzione alle tre condizioni fondamentali che sono di estrema validità sempre: la particolarità del lavoro (rappresenta la specificità del lavoro), l’esperienza (ovvero la storia passata) e la tecnica (che è costantemente in evoluzione e quindi l’obbligo di chi è responsabile a tenersi aggiornato al fine di tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.

Infine arriviamo al D.Lgs. 626 del 1994 e del D.Lgs. 242 del 1996 che ne rappresenta un’integrazione.

L’evoluzione della normativa italiana è stata fondamentalmente quella di doversi armonizzare con l’ordinamento comunitario e questa è una normativa fondamentale di armonizzazione, infatti, riguarda l’attuazione delle direttive riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro (Titolo I).

Seguono:

–         Titolo II: Luoghi di lavoro

–         Titolo III: Uso delle attrezzature di lavoro

–         Titolo IV: Uso dei dispositivi di prevenzione individuale

–         Titolo V: Movimentazione manuale dei carichi

–         Titolo VI: Uso delle attrezzature munite di videoterminale

–         Titolo VII: Protezione dagli agenti cancerogeni

–         Titolo VIII: Protezione dagli agenti biologici.

Altre normative di riferimento sono il D.Lgs. 277 del 1991 che riguarda l’attuazione delle direttive in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro, i due pilastri fondamentali della sicurezza sul lavoro in Italia: il D.P.R. 303 del 1956 (norme generali per l’igiene del lavoro) e il D.P.R. 547 del 1955 (norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro). Per ultimo si ha il D.P.R. 459 del 1996 (direttiva macchine – Direttiva CE 89/392).

Obiettivi del Decreto Legislativo 626 del 1994.

Riprendiamo l’esame del D.Lgs. 626/94 e vediamo qual è l’obiettivo fondamentale: esprimere “il complesso delle disposizioni o misure adottate o previste in tutte le fasi dell’attività lavorativa per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente”.

Questo avviene fondamentalmente attraverso tre linee di intervento:

–         Interventi organizzativi e di formazione;

–         Interventi tecnici;

–         Interventi alla fonte.

Questo avviene attraverso la programmazione della prevenzione mirando ad un complesso che integri in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche, produttive ed organizzative dell’azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente di lavoro.

Nel proseguo spenderemo molto tempo per argomentare sull’ambiente di lavoro in quanto risulta un argomento molto importante e alla base degli interventi di prevenzione.

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